In merito all'aggressione subita dalla studentessa marocchina il giorno 25/05/11

Dichiarazione congiunta di alcune sigle musulmane...


In Nome dell'Unico Dio.
La comunità islamica Italiana tutta esprime il suo sdegno di fronte all'aggressione subita dalla sorella H.T., giovane studentessa universitaria di origini marocchine residente a Padova e figlia dell'imam della moschea di via Anelli.
La ragazza mentre era alla fermata dell'autobus, è stata avvicinata da una donna che, urlandole addosso i peggiori epiteti, l'ha aggredita tentando di strapparle il velo dalla testa.
Questo episodio è stato solo l'ultimo in ordine cronologico di una serie di avvenimenti analoghi che le donne musulmane residenti in Italia hanno purtroppo dovuto sopportare.
È quasi all'ordine del giorno sentire che una musulmana è stata aggredita (talvolta verbalmente e talvolta, come in questo caso, perfino fisicamente), discriminata, offesa.
La donna musulmana fa fatica a trovare lavoro, soprattutto quando indossa il velo, viene derisa e additata per la strada, è oggetto di continui commenti e battutine espressi non solo da giovani, ma perfino da adulti e addirittura anziani che giungono al punto di gridarle parolacce e insulti per la strada. La ragazza musulmana viene perfino osteggiata nell'ambito scolastico da professori che le intimano di togliere il velo oppure la vorrebbero costringere a nutrirsi di cibi che non le sono consentiti, ridicolizzando la sua fede anche in presenza dei compagni di classe.

Sono episodi vergognosi realmente accaduti, e che ogni giorno anzichè diminuire purtroppo aumentano anche in gravità, come dimostra ciò che è avvenuto alla giovane sorella H.
Questo è l'inevitabile frutto di un approccio sociale completamente errato, che insiste col mostrare lo straniero e, peggio, il musulmano (che sempre più spesso straniero non è, data l'alta percentuale di convertiti e di giovani di seconda generazione che si sono ormai da anni stabiliti nel nostro Paese) come un pericolo e un qualcuno da cui difendersi.
Il tutto anche a causa dei media che hanno contribuito ad evidenziare le figure sbagliate, dando risalto solamente al musulmano che delinque piuttosto che a quello che vive e lavora con la massima onestà, contribuendo allo sviluppo del paese e - perché no? - a rimpinguare le casse statali contribuendo a far sì che gli anziani possano avere un minimo di pensione assicurata anche grazie al loro lavoro.

È ora di far fronte a questa ingiusta situazione. Tra l'altro ci preme sottolineare che in Italia tanto si sbandiera il fatto che la donna - e sempre la musulmana in particolare, che si crede erroneamente essere in difficoltà maggiore rispetto a donne di altre fedi - deve essere protetta e tutelata, di conseguenza riteniamo fondamentale che le istituzioni facciano qualcosa per migliorare quanto prima possibile la situazione delle donne in generale e, nel caso specifico, delle credenti musulmane che altro non fanno che dimostrare la loro devozione all'Unico Dio coprendosi un po' di più rispetto alle altre donne.

Ci rivolgiamo perciò al ministro delle Pari Opportunità, alle associazioni che si occupano della tutela delle donne e degli stranieri, nonchè a tutti i cittadini di buona volontà affinchè tutti insieme si faccia qualcosa per far sì che questa vergogna vada a scemare e, col tempo, a finire.

Firmatari:
U.CO.I.I. - Unione delle Comunità Islamiche d'Italia
A.D.M.I. - Associazione Donne Musulmane d'Italia
Associazione Donne e Mamme Musulmane (SV)
CIMA Comunità Islamica delle Marche
Comunità dei Musulmani della Liguria
CIDA Comunità Islamica di Ancona
Associazione Life Argenta
Associazione Casa Africa di Imperia
A p s islamica "La Guida Retta" di Vicenza
Comitato "Un ponte per la pace" (VR)
Consiglio Islamico di Verona
Associazione Islamica di Milano


Articolo tratto da: MaanInsieme - http://maaninsieme.altervista.org/
Pubblicato Martedi 07 Giugno 2011 - 14:27 (letto 3330 volte)
URL di riferimento: http://maaninsieme.altervista.org/index.php?mod=none_News&action=viewnews&news=1307449670