25 Mag
2014
Tra estremismi e disparità di genere: i vincoli dell'India emergente - Anna Vanzan

Argomento: societacostume | 2923 | 0 | società

Ragazza kshatria di pelle chiara, sottile e alta, dotata di principi morali e di senso della famiglia cerca medico o ingegnere. Al momento, lavora come addetta vendite in centro commerciale. Quest'inserzione è solo uno tra i numerosissimi annunci matrimoniali che quotidianamente affollano le pagine delle principali testate giornalistiche indiane e ben riassume alcune delle numerose contraddizioni in cui versa la più grande democrazia asiatica...

L'importanza delle caste è fondamentale e imprescindibile nel processo d'identificazione di ogni cittadino indiano, così come la sua appartenenza religiosa. La Costituzione rende l'India, sulla carta, una nazione secolare priva di religione ufficiale in cui il culto di ogni religione è permesso, ma, di fatto, il paese continua a essere teatro di scontri religiosi anche gravissimi, troppo spesso favoriti da leader politici, mentre le conversioni continuano a essere materia scottante. E se alcune organizzazioni hindu accusano missionari cristiani d'incoraggiare gli appartenenti alle caste più basse e disagiate a convertirsi in cambio di servizi educativi e sanitari, i gruppi cristiani biasimano gli hindù che coercitivamente riportano i neo cristiani alla religione precedente. Gli estremisti hindù temono proprio che la conversione da parte degli appartenenti alle caste inferiori, soprattutto dei dalit (un tempo chiamati intoccabili e costituenti oltre il 20% della popolazione) porti all'indebolimento e al possibile crollo del sistema castale.

Inoltre, in alcune aree (Uttar Pradesh) i conflitti tra hindù (circa 82% della popolazione) e musulmani (quasi 13%) è pressochè endemico; nel Gujarat, dove nei primi anni Duemila sono scoppiati furibondi scontri tra le due comunità, gli estremisti hindu hanno promosso una crociata anti musulmani per impedire loro di trovare lavoro, costringendoli a mascherare la loro identità per lavorare e sopravvivere. La povertà, comunque, rimane il poco invidiabile primato detenuto dalla comunità musulmana, soprattutto di quella stanziata nelle città: una recentissima indagine di World Bank rivela come il 34% dei musulmani che vivono in città sia sotto la soglia di povertà, rispetto al 19% registrato nella comunità hindù. Molte musulmane per lavorare rinunciano al velo e alla modestia del hijab e indossano una sari, fingendo un'altra identità religiosa per essere assunte come domestiche o per altra mansione che non necessiti l'esibizione della carta d'identità.

Musulmane o hindù, le indiane hanno in ogni caso scarsa possibilità di lavoro; i due terzi di loro non proseguono gli studi dopo le scuole elementari e comunque l'atteggiamento patriarcale generale preferisce che le donne, anche se istruite, stiano in casa. La scusa più comune è che la loro sicurezza e il loro onore vadano preservati al sicuro delle mura domestiche. In realtà, nonostante questa protezione, i crimini contro le donne sono cresciuti del 7,1% dal 2010, secondo lo stesso National Crime Record Bureau.
La raffica di stupri commessi tra il 2012 e i primi mesi del 2014 conferma l'atteggiamento profondamente misogino radicato nel paese, trasversale a tutti i gruppi religiosi. Limiti e incoerenze sono ben presenti pure nella legislazione tesa a punire e arginare lo stupro: benchè, infatti, le pressioni della società civile sorte in seguito alle ripetute violenze abbiano portato a una revisione degli articoli del Codice Penale riguardanti l'odioso reato, l'Anti Rape Bill in vigore dall'aprile 2013, pur introducendo alcune importanti novità (l'aumento di pena per alcuni reati a sfondo sessuale, per gli attacchi con acidi, per lo stalking e il voyeurismo) non penalizza il sesso non consensuale imposto alla moglie.

Attivisti per i diritti femminili e intellettuali denunciano i complici di questa discriminazione di genere, inclusa Bollywood, accusata di ritrarre le donne quali oggetti sessuali. L'industria cinematografica gioca un ruolo importante nel modellare mentalità e comportamenti e le sue contraddittorie immagini creano confusione, soprattutto nelle giovani generazioni. I film propongono immagini di vita sessualmente libera, ma con il coronamento finale del matrimonio, proposto quale unico scopo cui le donne devono tendere. La dicotomia tra la libera sessualità proposta dallo schermo e la necessità reale per le donne di rimanere pure crea frustrazione e tensione.

Bollywood è altresì colpevole di presentare solo i segmenti di società ricchi e avanzati che ben incarnano il mito dell'India progredita, mentre la povertà, se compare, è ammorbidita ed edulcorata. Tuttavia, da questo punto di vista, Bollywood non fa che rispecchiare l'immagine che le autorità indiane vogliono diffondere, ossia quella dell'India del boom economico, le cui povertà, violenze e contraddizioni devono essere nascoste e taciute.

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