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societàÈ il novembre del 2012 e Anders Behring Breivik è in isolamento nella prigione di Ila, in Norvegia.
Qualche mese prima il tribunale di Oslo l'ha condannato alla pena massima di 21 anni per il massacro del 22 luglio 2011, che in tutto ha causato 77 vittime tra la capitale della Norvegia e l'isola di Utòya.
Il terrorista di estrema destra sa che passerà il resto della sua vita in carcere. L'ha sempre saputo. Il suo è stato un atto di guerra contro il regime multiculturalista: c'era da aspettarsi una reazione proporzionata da parte del nemico. Il sistema penitenziario norvegese permette però ai detenuti di scrivere lettere al mondo esterno; e Breivik ne approfitta per rivolgersi ad altri crociati...
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