09 Nov
2020
Mawlid e terrorismo - Laura Silvia Battaglia

Argomento: teologiamusulmana | 1661 | 0 | islam

L'Islam tradizionale, di solide basi dottrinali, non approva metodi vendicativi e li abborra e così pensano milioni di musulmani.
La celebrazione del Mawlid e' considerata quasi eretica se non proprio eretica dalle sigle terroriste maggioritarie e dalle scuole alle quali si riferiscono.
Dunque l'episodio di Nizza è interessante perché, se fosse una iniziativa pianificata (cosa che non credo) farebbe passare in cavalleria la scelta di una data la cui celebrazione è sconsigliata per la vendetta, dove il fine superiore giustifica i mezzi.
Dunque io credo che si tratti di una decisione personale di questo giovane...


Il post risponde a una riflessione di Ignazio de Francesco che trovate qui su facebook


Grazie padre Ignazio, è una riflessione sensatissima: chiunque di noi conosca la lingua araba, l'Islam nelle sue varie scuole e abbia vissuto a lungo in diversi Paesi non può non concordare con quanto dici.
E infatti l'Islam tradizionale, di solide basi dottrinali, non approva metodi vendicativi e li abborrà e così pensano milioni di musulmani.
Tuttavia in questa vicenda specifica e nel ragionamento e nelle fonti da te proposte c'è, da una parte, un punto che non tiene, dall'altra c'è un ragionamento a latere da fare, secondo me.
Il punto che non tiene: la celebrazione del Mawlid e' considerata quasi eretica se non eretica tout court dalle sigle del terrorismo jihaddista maggioritarie e dalle scuole alle quali si riferiscono e che poni come fonti (le varie Wilaiat della Dawla ma anche le sigle qaediste, i Taleban, etc.) dunque l'episodio di Nizza è interessante perché, se fosse una iniziativa pianificata (cosa che non credo) farebbe passare in cavalleria la scelta di una data la cui celebrazione è sconsigliata per la vendetta, dove il fine superiore giustifica i mezzi. Dunque io resto dell'idea che si tratti di una decisione personale di questo giovane profondamente radicalizzato, una scelta paradossale, che eleva una celebrazione eretica a giorno santo per portare a termine un mandato di vendetta del monoteismo più intransigente.
Il ragionamento a latere che faccio, invece, è questo.
La religione è potere. Il mondo cristiano lo sa benissimo, e non ha bloccato alcuna giustificazione della violenza che poteva potenzialmente scaturire dalla lettura di alcuni suoi testi sacri quando ancora lottava per il potere temporale.
Vogliamo parlare delle Crociate, dei massacri degli indigeni in America, della guerra dei Trent'anni? Non credo di dovere ricordare tutto questo.
Ora, il mondo mediorientale e' esattamente nel punto storico dove era l'Europa durante la guerra dei Trent'anni. Per una corretta analisi, non dobbiamo e non possiamo scorporare la dimensione geopolitica dall'influenza che essa può avere sugli aspetti dottrinali e sulla prevalenza di una scuola islamica su un'altra, per capacità di influenza, seguaci, comunicazione. Mai dimenticare che sono i Paesi più ricchi e più potenti (Iran, Qatar, Turchia versus KSA e UAE) e che da anni si fanno guerre per procura mai finite (Siria, Yemen) a guidare la scena politica e finanziare la comunicazione e la cultura religiosa dell'Islam nel mondo attuale.
E lo fanno con due obiettivi temporali precisi: il primo è riprendersi quello che per secoli prima l'Europa e poi gli Usa hanno imposto loro: le terre, prima fra tutte la Palestina, e la dignità, rappresentata sia dai massacri in terre islamiche durante le epoche coloniali (guerra di Algeria), sia dalle orrende campagne in Iraq delle quali pochissimi occidentali hanno davvero ma davvero consapevolezza, che per vendicarle, se gli arabo/musulmani volessero, non basterebbero solo un paio di sgozzamenti in Francia.
Il secondo obiettivo è interno e va verso l'Armageddon finale, lo scontro che prima poi ci sarà, diretto, tra Iran + Alleati e Lega araba.
Rispetto al primo punto, ossia la vendetta verso l'occidente, mi occorre dire che i violenti si mettono in prima linea, mentre i pacifici stanno a guardare.
Sul secondo, ossia lo scontro interno, ci sono conflitti in corso dove si stanno già esercitando abbondantemente.
In conclusione: i musulmani europei, dalle seconde generazioni ai convertiti, possono essere una chiave di abbassamento della tensione ma non funzionerà se l'Europa non si sbriga a creare delle scuole nazionali per la preparazione religiosa e la formazione degli imam, scuole improntate alla tradizione ma che facciano tesoro della storia europea, quella che ci portò a mettere fine alla guerra dei trent'anni e a convincerci di separare i poteri, temporale e spirituale. Altrimenti non se ne esce più e se ne esce morti

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