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Il quotidiano Libero scrive che "i musulmani" hanno dichiarato che vogliono il Colosseo come luogo di preghiera.
E continua scrivendo: "L'appuntamento è il primo settembre. Quel giorno I MUSULMANI INVADERANNO IL COLOSSEO per trasformare la zona in una MOSCHEA A CIELO APERTO"...

Sotto l'articolo, ovviamente, fioccano i commenti che promettono fuoco, fiamme e vendetta contro questi islamici che vogliono conquistarci e, addirittura, appropriarsi di un SIMBOLO DELLA CRISTIANITA come il Colosseo (che poi vabbé, in realtà i romani li facevano sbranare dai leoni, i cristiani, lì dentro, ma non stiamo a spaccare troppo il capello).
Ma il bello è che, come riporta lo stesso Libero all'interno dell'articolo, la storia è un po' diversa.
In realtà, un'associazione musulmana bengalese, ha chiesto il permesso di poter pregare in pubblico davanti al Colosseo, il 1 settembre, in occasione dello Eid Al Adha (la "festa del sacrificio di Abramo"), PER MANIFESTARE PUBBLICAMENTE LA PROPRIA CONDANNA ALL'ISIS E MANDARE UN MESSAGGIO DI SOLIDARIETA ALLE VITTIME DI BARCELLONA.
Sempre all'interno dell'articolo leggiamo anche le parole del responsabile dell'associazione: "Questi criminali (l'Isis) devono sapere che non potranno mai considerarsi musulmani coloro i quali costituiscono un pericolo per gli altri, anche con le parole pronunciate".

Quindi nessuna "invasione del Colosseo", anzi, un semplice tentativo di poter fare pubblicamente quello che gli si chiede in continuazione, nonostante lo abbiano fatto migliaia di volte: dissociarsi.
E allora perché i commenti indignati?
Semplice: perché, come Libero sa perfettamente, a malapena questa gente legge il titolo, figuriamoci se arriva a leggere (e a capire) un intero articolo.
Quindi, quello che hanno compreso di questo articolo, che in realtà dice tutt'altro, è che I MUSULMANI vogliono impadronirsi del COLOSSEO e farne una MOSCHEA A CIELO APERTO.
E di conseguenza urlano i propri insulti e vomitano tutto il proprio odio tra i commenti.
E così, una notizia che sarebbe dovuta risultare "positiva" (la condanna pubblica all'Isis - l'ennesima - da parte di un'associazione musulmana) si trasforma in un'altra occasione per fare un bel po' di propaganda xenofoba e islamofoba.

fonte: Emiliano Rubbi