24 Nov
2014
Cittadini musulmani impegnati per il bene comune - Intervista all'imam Kamel Layachi

Argomento: societacostume | 2786 | 0 | società

Montebelluna, Trissino, Piove di Sacco. E poi ancora altre città, altri paesi, altre comunità.
Attraversa il Veneto in questo mese di Ramadan l'imam Kamel Layachi, responsabile del dipartimento per il dialogo interreligioso e la formazione del Consiglio nazionale per le relazioni islamiche italiane...

Un compito che si è dato nell'ormai lontano 1990, quando è giunto nella nostra regione dall'Algeria dov'è nato e cresciuto: a tutte le comunità che incontra, e sono più di cento quelle venete, porta il suo messaggio di apertura e di dialogo. Lo stesso che nel 2013 gli è valso il premio Fraternità Città di Benevento, vinto assieme al vescovo antimafia Giancarlo Bregantini. Un messaggio prezioso ancor più in questo mese sacro in cui i musulmani rinnovano il loro patto spirituale con Dio: Viviamo in maniera più esplicita la dimensione comunitaria, meditiamo la parola e nel digiuno. È un atto di riconversione e di amore a Dio.

Quale messaggio porta nei suoi incontri alle comunità islamiche venete?

Sottolineo l'importanza di formare nei nostri centri dei cittadini musulmani tesi al bene comune, non vogliamo comunità ghetto o ripiegate su loro stesse. Gli imam e le guide religiose sono impegnate da decenni su questo in Veneto, grazie a molte attività culturali, e non solo cultuali, organizzate.

Sono iniziative aperte ai cristiani?

È un grande piacere quando qualcuno si presenta e visita i centri, pone domande e soddisfa le sue curiosità sulla nostra religione e la nostra cultura. Proprio per il Ramadan si organizzano molti eventi e proprio qui in Veneto è nata l'iniziativa virtuosa 'Porte aperte in moschea' che poi si è espansa a macchia d'olio anche nelle altre regioni. Ogni visitatore è davvero il benvenuto: quand'ero presidente del consiglio islamico di Vicenza, assieme a quello di Verona e Treviso abbiamo spinto molto su questo per creare quell'empatia e quell'incontro che sono necessari al dialogo.

Esiste secondo lei una reciprocità tra cristiani e musulmani in Italia nella ricerca del dialogo?

Purtroppo i media spesso rilanciano solo fatti di cronaca che fanno rumore, e non registrano le azioni quotidiane che vengono messe in pratica e sviluppano il dialogo. In Veneto dobbiamo essere particolarmente fieri del lavoro che abbiamo fatto con la chiesa cattolica, con la comunità ebraica e con altre associazioni o persone impegnate a vario titolo: un percorso fatto di grande crescita.

Su quale terreno musulmani e cristiani possono incontrarsi in Veneto?

Vent'anni fa abbiamo posto le basi per un dialogo libero da proselitismo, con l'obiettivo di creare un clima di fiducia. Dapprima solo i leader e i responsabili, poi anche le singole comunità. Così è cresciuta la capacità d'ascolto e il rispetto reciproco l'uno per l'altro, senza la pretesa di cambiarlo. Abbiamo lavorato molto insieme, per esempio, sulla famiglia, cellula della società e luogo in cui la persona riceve la fede: sono stati molti gli incontri con giovani coppie musulmane e cristiane che hanno raccontato la loro scommessa sul matrimonio. Con don Giovanni Brusegan e il rabbino di Padova, Adolfo Aharon Locci, siamo entrati nelle scuole per raccontare ai cittadini del futuro il valore del rispetto per la diversità e la libertà religiosa e condannando la violenza in ogni sua forma.

Lei parla spesso di cittadini musulmani a servizio del paese.

L'Italia è il nostro secondo paese. Molti di noi sono cittadini veneti, i nostri figli tifano Italia quando gioca in tv, mangiano cibo italiano, si sentono italiani, è la nostra seconda patria. Condividiamo molti valori come la famiglia, la solidarietà, l'onestà, il rispetto per le risorse pubbliche e le istituzioni. Certo, siamo consapevoli che è finita l'era della prima accoglienza, questo è il tempo della cittadinanza attiva, quindi dell'impegno. Dobbiamo uscire, parlare con le persone, esporre il nostro progetto qui in Italia contenuto nella Carta dei musulmani in Europa sottoscritta da più di 400 comunità nei 28 paesi dell'Unione europea. Insomma dobbiamo dare il meglio perché sappiamo che per il cittadino nativo italiano non è stato facile vedere in pochi anni arrivare migliaia di persone di fede e cultura diversa. Dobbiamo far capire che siamo alleati, qui per costruire insieme la società del futuro.

fonte: La difesa del popolo, 3 - 07/2014

Login






Choose your language:
deutsch english español français italiano português

Utenti

Persone on-line:
admins 0 amministratori
users 0 utenti
guests 11 ospiti

Statistiche

Visite: 9834318

Calendario

Data: 29/03/2024
Ora: 11:50
« Marzo 2024 » 
Lu Ma Me Gi Ve Sa Do
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31

 

FlatNuke Valid HTML 4.01! Valid CSS! Get RSS 2.0 Feed Mail me!
This is a free software released under the GNU General Public License.
Page generated in 0.0453 seconds.