28 Ago
2014
Sostegno ai cristiani d'Oriente dai musulmani d'Occidente - CO.RE.IS.

Argomento: teologiamusulmana | 2977 | 0 | islam

In questi momenti di forte richiamo alla necessità di rinnovare il dialogo e la vicinanza ai nostri fratelli cristiani, soprattutto in Medio Oriente, trasmettiamo nella sua interezza il sermone che l'imam Yahya Pallavicini ha pronunciato venerdì 22 agosto nella moschea Al-Wahid di via Meda a Milano, adiacente alla sede nazionale della COREIS Italiana...

Con l'occasione segnaliamo inoltre alcuni nostri interventi pubblicati o andati in onda negli ultimi giorni sui principali media nazionali.

Uniti per la pace, Il Sole 24 Ore, 14 agosto
Matrimoni interreligiosi: straordinaria normalità, Corriere della Sera (ed. Milano), 21 agosto
Pallavicini: i fanatici dell'Isis mistificano il Corano, Corriere della Sera (ed. Nazionale), 21 agosto / scansione
L'Islam e la situazione in Medio Oriente, TGCOM 24, 21 agosto
Il fondamentalismo è abuso ideologico, Avvenire, 22 agosto
Intervista all'Imam Yahya Pallavicini ed Ernesto Galli della Loggia, Rai Radio 3, 22 agosto
TG San Marino, Incontro interreligioso al Meeting di Rimini, 24 agosto
Uno Mattina, 25 agosto - dal minuto 15.50
Il Gazzettino (ed. Padova), 26 agosto
Sermone, moschea Al-Wahid
Salat-al-jum'ah, venerdì 22 agosto 2014

O Mosè, sono Io, Allah, il signore dei mondi. Getta il tuo bastone! E quando lo vide contorcersi come fosse un serpente, volse le spalle, ma non tornò sui suoi passi.
O Mosè, avvicinati e non avere paura! Tu sei uno dei protetti.
Surat Al-Qasas: XXVIII, 30-31
O credenti nel Signore dei mondi, bentornati a questa preghiera della riunione del venerdì.
Il sermone di oggi trae ispirazione dalle parole di Allah che nella Sua Rivelazione coranica, nel capitolo della narrazione, ci narra il Suo incontro con il Profeta Musa, alayhi al-salam, Mosè, su di lui la Pace.
In questo incontro sul vertice della montagna Dio si presenta e dice Inni Ana Allahu Rabbu-l-alamin, in verità, sono Io, Allah, il Signore dei mondi.
Solo Allah, Dio, può dire Ana, Io, sintetizzando e sublimando tutti i riflessi della Sua Persona e dei Suoi Attributi.
Il primo richiamo che Allah manifesta a Mosè è quello della Sua identità, l'identità di Dio, il Principio di ogni manifestazione, l'Essenza della Verità.
Per i sapienti musulmani, questa Identità ha assunto il Nome Santissimo di Allah e i membri delle confraternite islamiche Lo invocano per gustare e conoscere il mistero della Sua Pace.
L'irradiamento della Sua Pace è la conseguenza di questo dialogo intimo che ogni fedele ha con il proprio Signore e che presuppone una conversione dal mondo delle apparenze delle forme al centro spirituale simbolicamente rappresentato dal cuore del credente e dalla caverna della montagna.
Il Profeta Musa sale la montagna e incontra il Signore dei mondi. Riceve l'ordine getta il bastone! e quando lo vide contorcersi come fosse un serpente, volse le spalle, ma non tornò sui suoi passi.
L'insegnamento dei Profeti è quello di saper riconoscere il male che si nasconde tra le apparenze delle cose e di ritirarsi dalla seduzione o dall'orrore che il movimento viscerale dei serpenti sa provocare.
Prendere le distanze e distinguersi dagli artifici contorti e insinuanti delle tentazioni e delle provocazioni è la prima attenzione spirituale dei credenti. Ma occorre non esagerare, non esasperare l'analisi del male, occorre piuttosto concentrarsi sul Bene superiore, sul Vero Bene, sulla Verità del mistero nell'incontro con Allah sulle montagne.
Permanere con Dio deve essere una vocazione che supera il fascino o lo sgomento della visione di una trasformazione del bastone in serpente.
L'aspirazione metafisica, la vocazione spirituale, la certezza dell'incontro con Dio, devono prevalere sulla magia di un passaggio solo fisico da una forma all'altra.
La conoscenza di un bastone che diventa serpente non è una conoscenza spirituale ma è solo un insegnamento sul simbolismo e sull'alchimia che alcune forme possono realizzare.
Ai membri del nostro ordine contemplativo spetta il dovere di concentrarsi su ben altra alchimia, simbolismo e realizzazione: si tratta della realizzazione dell'ordine successivo che Allah presenta a Mosè: Avvicinati e non avere paura, tu sei uno dei protetti!.
Allah invita Mosè a superare la paura dei fenomeni, ad avvicinarsi piuttosto al segreto della Realtà Sovrannaturale.
Avvicinarsi a Dio e superare la paura, consiste nel passaggio che Mosè compie dalla salita alla cima del monte, dall'ingresso all'interno del monte, corrisponde al passaggio dalla paura dell'occulto alla scoperta del timore Divino, allo svelamento delle realtà spirituali.
Questa pietà spirituale, che gli approssimati a Dio, al-muqarrabun, realizzano è la chiave per la Conoscenza di Allah, è la chiave della sintesi tra l'invocatore e l'Invocato, il Nome e il Nominato.
Dal giro di questa chiave dipende l'apertura del cuore del credente alla vera fede e al raggiungimento di quella stazione di protezione e affidabilità che Allah conferisce e attribuisce a Mosè quando lo integra tra al-aminin.
La confusione tra le forme del bastone e del serpente non è metamorfosi ma artificioso trasformismo, la vera finalità degli eredi dei profeti è la metamorfosi da una condizione di obbedienza e servizio ad una stazione di permanenza, custodia e ritrasmissione spirituale.

Cari fratelli e sorelle, bentornati dal ritiro sulle montagne dopo Ramadan alle responsabilità metropolitane.
Il sermone odierno riprende su un piano più elevato e principiale le narrazioni che ci avevano fatto assistere in precedenza al confronto tra Mosè e i maghi del Faraone o tra gli angeli del re Salomone e i demoni che si mascherano di onestà.
Abbiamo scoperto che non tutti i bastoni sono uguali e non tutti i serpenti sono uguali ma che il discernimento tra le forme simili non dipende da conoscenze o da risultati che ognuno di noi può immaginare o concepire secondo la propria opinione o giudizio.
La realtà delle cose deve essere compresa avvicinandosi a Dio, facendo lo sforzo di salire sulla montagna e rimanere con il cuore aperto alla scoperta del Signore dei Mondi.
Solo da questo colloquio intimo si trovano le ispirazioni di saggezza per affrontare la funzione e la natura delle cose.
Assistiamo in questo periodo alla volgarizzazione del Nome di Dio, alla profanazione del quadro tradizionale di comunità antiche di credenti e alla sopraffazione di cristiani che vengono perseguitati in Asia centrale.
A questa comunità non può essere certo richiesta la magia di fermare i conflitti, la barbarie o il caos che si diffonde in forme differenti in varie regioni del mondo.
Non possiamo e non dobbiamo confondere la nostra funzione con quella di falsi eroi o con quella di complici di certe violazioni della dignità religiosa, ma possiamo e dobbiamo contribuire a testimoniare ancora l'autenticità di una prospettiva di pietà spirituale e di Pace interiore ed esteriore che non si trova solo in montagna o sui laghi ma che deve essere riconosciuta tra i cuori di ogni comunità e centro di fedeli.
Più particolarmente, la nostra funzione di vicinanza ai fratelli e alle sorelle cristiani è quella di sostenere il patrimonio di una fratellanza sacrale che è indispensabile nell'economia spirituale dell'umanità per evitare l'egemonia, l'omologazione, l'esclusivismo di una monolatria egoistica che rappresenterebbe la parodia del monoteismo di Abramo.
Ma ancora più particolarmente questa fratellanza può arginare l'attrazione magica di tutti coloro che seguono la corrente psichica che porta alla tana del serpente e salvare ed elevare un'alleanza di Cristiani e Musulmani che siano ancora sensibili alla Santità Cristica, al soffio vitale della presenza spirituale che orienta gli uomini e le donne alla loro dimensione superiore.
Questa dimensione coinciderà anche con il superamento del caos ma deve necessariamente rappresentare l'Identità di Dio nella sua purezza primordiale.
Ci compete dunque agire in conformità con la nostra ontologia e non seguendo le percezioni dell'anima che deforma la lingua, la grammatica e i contenuti della Sacra Rivelazione.
Gestire gli impulsi e gli istinti per tendere verso una vera illuminazione è la ricerca su cui vale la pena concentrare i nostri sforzi e invocare la protezione dell'Altissimo per una pace in questo mondo che non sia come la dà il mondo, ma come la ordina il Signore dei mondi.

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