21 Mag
2014
Sudan, cristiana condannata a morte Il mondo si mobilita per salvarla - Giordano Stabile

Argomento: societacostume | 2796 | 0 | società

Condannata a morte per aver rinnegato la fede musulmana, incinta di otto mesi, tenuta in cella con il figlio piccolo.
Il caso Meriam Yehya riporta l'attenzione del mondo sugli orrori dell'intolleranza religioso e la condizione dei cristiani nei Paesi dominati dalla sharia...

Secondo il gruppo a tutela dei diritti umani, Christian Solidarity Worldwide, Meriam è stata abbandonata dal padre quando aveva 6 anni, ed è stata cresciuta nella fede cristiana. Secondo il portavoce del gruppo, Kiri Kankhwende, nei casi analoghi di donne incinte, il governo sudanese ha atteso che il parto prima di eseguire la sentenza capitale.

Il caso di Meriam è stato denunciato per primo dall'associazione Sudan change now, che ha organizzato una manifestazione di questa mattina a Khartoum contro la condanna, e Radio Dabanga, emittente sudanese che ha dato per prima la notizia della condanna. Associazioni in tutto il mondo stanno denunciando la persecuzione e lanciando petizioni sul Web

In Italia fra i primi a muoversi è stata Italians for Darfur. Abbiamo subito lanciato un appello sul nostro sito (http://www.italianblogsfordarfur.it/petizione/index.php) - racconta la presidente Antonella Napoli -. Speriamo di ripetere il successo delle nostre precedenti petizioni, per salvare 9 bambini soldato condannati a morte nel 2010, e poi due donne condannate alla lapidazione nel 2011 e 2012. Abbiamo raccolto quasi 100mila firme e le sentenze sono state sospese.

In prima linea anche Amnesty International, che ha definito ripugnante la sentenza. Il fatto che una donna sia condannata a morte a causa della religione che ha scelto di professare e alle frustate per aver sposato un uomo di una presunta religione diversa è agghiacciante e orrendo, è la reazione di Manar Idriss, ricercatore sul Sudan di Amnesty International. Amnesty International considera Meriam una prigioniera di coscienza, condannata solo a causa della sua fede e identità religiosa. Chiediamo il suo rilascio immediato e incondizionato.

Meriam, 27 anni, è una giovane medico del Sudan, con una madre etiope ortodossa e il padre musulmano. È stata cresciuta come cristiana dalla mamma, dopo che il padre era andato via di casa. Ma per il governo il fatto di essere figlia di un musulmano la rendeva automaticamente della stessa religione.

Qualche anno fa ha sposato un cristiano del Sud Sudan. Ha avuto un figlio, ora di due anni. Non sapeva che per la legge sudanese il matrimonio di una musulmana con un non musulmano non è valido. È stata arrestata per adulterio, cioè per rapporti sessuali fuori dal matrimonio. Al processo ha negato di essersi convertita: Sono stata sempre cristiana. Ma non ha convinto il giudice, che le si rivolgeva con il suo nome islamico Adraf Al Ahdi Mohammed Abdullah.

L'ha condannata a 100 frustate per adulterio e all'impiccagione per apostasia, cioè per aver rinnegato l'islam. Una condanna assurda, che sarà eseguita, se il mondo non riuscirà a fermarla, fra due anni, per dare modo alla donna di partorire e allattare il secondo figlio.

www.lastampa.it

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