23 Mar
2014
Tra gaffe e verità - MedShake blog dell'ISPI

Argomento: societacostume | 2917 | 0 | società

Un caso di molestie sessuali avvenuto pochi giorni fa all'Università del Cairo si è trasformato in poco tempo in un dibattito nazionale.
Al centro della vicenda una giovane studentessa, assalita nei locali dell'università da un gruppo di studenti.
Gli assalitori l'avrebbero molestata fisicamente e verbalmente a causa del suo abbigliamento, tentando anche di strapparle gli indumenti di dosso...

La ragazza sarebbe infine riuscita a rifugiarsi nel bagno delle donne finchè alcune guardie l'avrebbero scortata al di fuori dell'istituto. Il fatto è stato riportato dai membri del movimento Io Testimonio le Molestie, nato da alcuni mesi per lottare contro l'omertà che spesso circonda queste vicende nella società egiziana (e non solo).
Fin qui, purtroppo, niente di insolito. L'Egitto è infatti un paese che ha nel fenomeno delle molestie sessuali una delle sue peggiori piaghe sociali. Ciò che però ha trasformato l'episodio in un caso nazionale è stata la catena di gaffe e contro-gaffe sfuggite ad alcuni dei personaggi della vicenda, e amplificata dai mezzi d'informazione, i quali, a loro volta, hanno contribuito con altrettante uscite infelici a conferire all'intera vicenda un carattere surreale.
Il primo a entrare in scena è stato il rettore dell'Università del Cairo - la più grande del paese - che poche ore dopo l'episodio avrebbe dichiarato che la donna, che prima di entrare nell'istituto indossava un vestito lungo, se lo è tolto una volta all'interno, causando così l'aggressione. In una successiva dichiarazione avrebbe inoltre affermato l'intenzione di punire sia gli assalitori, sia la donna, la quale con il suo abbigliamento ha infranto le regole dell'università.
Sommerso dalle critiche, il rettore ha poi smentito questa dichiarazione su Twitter affermando di chiedere scusa per il fraintendimento e di non aver mai avuto intenzione di punire la vittima dell'aggressione.
A rincarare la dose ha contribuito poco dopo il noto presentatore televisivo Tamer Amin, il quale ha affermato di non voler mostrare in tv le immagini dell'accaduto (riprese da molti presenti con i loro telefoni) a causa della loro incresciosità, causata, ha fatto intendere, soprattutto dal comportamento e dagli indumenti della vittima. Questi vestiti da danzatrice, provocatori, seduttivi, mostrano molto più di quello che dovrebbero ha affermato in prima serata Amin causando una vera propria esplosione di indignazione sui social media i quali ne hanno chiesto le scuse pubbliche ma, da notare, non le dimissioni.
La vicenda probabilmente si protrarrà fra dichiarazioni e smentite, ma già ora dimostra che Fratelli musulmani o no, il problema dei diritti e del rispetto delle donne non ha subito grandi miglioramenti dopo il 3 luglio 2013.

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