22 Lug
2012
Ramadan di Patrizia khadija Dal Monte

Argomento: teologiamusulmana | 3258 | 0 | islam

A quelli che hanno fede e vivono leggeri sulla terra, recando nel cuore il desiderio e la curiosità di un altrove, viene incontro il mese di Ramadan, esperienza di spogliazione e sovrabbondanza della grazia divina...

Il digiuno, ci ha detto il profeta, su di lui la preghiera e la pace divine, è una porta di salvezza:
Sahl - sia soddislatto Iddio di lui - riferì che il Profeta disse: Nel giardino supremo c'è una porta chiamata al-Rayyan: da essa entreranno, il giorno della Resurrezione, coloro che hanno digiunato, e nessun altro. Sarà domandato: - Dove sono coloro che digiunano? - Ed essi s'alzeranno in piedi, e nessun altro entrerà da quella porta. Poi, quando saranno entrati, essa verrà chiusa e non v'entrerà più nessuno. (Al-Bukàrì)

E grande è la promessa per chi digiuna nel mese di Ramadan:
Abù Hurayra - sia soddisfatto Iddio di lui - riferisce che il Profeta, su di lui la preghiera e la pace divine - ha detto: Chi si alza la notte del Qadr con fede e ardore di ricompensa, gli vengono perdonati tutti i peccati commessi in precedenza; e chi digiuna nei Ramadan con fede e con ardore di ricompensa, gli vengono perdonati tutti i peccati commessi in precedenza. (Al-Bukhàrì)

Ramadan porta il segno che il mondo presente passa, ed è proprio nel mancare dei sostegni benedetti del nostro vivere terreno che l'Altra realtà si affaccia più forte. E può essere un'attesa bagnata dalla dolcezza della fede, o può essere un'attesa arida e tenace, come un percorso nel deserto

Ramadan è, ancora, memoria della rivelazione del Corano e come tale segno che la salvezza è dono, non il frutto degli sforzi umani, il centro è Allah, noi Sue umili creature siamo chiamate a rispondere.
È nel mese di Ramadan che abbiamo fatto scendere il Corano, guida per gli uomini e prova di retta direzione e distinzione. Chi di voi ne testimoni [l'inizio] digiuni (II,185)

Oh, voi che credete, vi è prescritto il digiuno, come era stato prescritto a coloro che vi hanno preceduto. (II,183)

Se il mese di Shàbìn ci ha ricordato, nell'esempio profetico, l'importanza delle opere supererogatorie per avvicinarci ad Allah, Ramadan ci suggerisce l'importanza dell'adempimento fedele ai comandi che ci sono stati rivelati. La prima caratteristica del digiuno di Ramadan è proprio quella di non essere facoltativo, esso è obbligatorio per tutti coloro che ne hanno la capacità, pilastro fondamentale della religione islamica.

In un mondo in cui sembra che la verità di un atto sia proporzionale al suo essere sentito, spontaneo, Ramadan ci ricorda invece che la vita del credente si dipana prima di tutto attraverso l'obbedienza, il piegarsi fiducioso a ciò che ci è stato ordinato. La grandezza della religione islamica sta anche in questo, essa traccia una pista obbligatoria e chiara su cui camminare, il di più è lasciato alla volontà e possibilità del singolo. Raccontò Talhah figlio di Ubayd Allah:
Venne un giorno dall'inviato di Dio - Iddio lo benedica e gli dia eterna salute - un Beduino tutto scarmigliato, che gli disse: O Inviato di Dio, fammi sapere che cos'è effettivamente il precetto di Dio per la preghiera. Le cinque preghiere. A meno che tu non voglia fare qualcosa in più, di tua spontanea volontà. Fammi sapere - riprese il Beduino,- che cos'è il precetto di Dio per il digiuno. Il mese di Ramadan rispose. A meno che tu non voglia fare qualcosa in più di tua spontanea volontà.
Fammi sapere continuò l'altro che cos'è il precetto di Dio in materia di elemosina. L'Inviato di Dio - Iddio lo benedica e gli dia eterna salute - gli indicò allora le regole dell'Islam su quest'argomento. Per colui che t'ha onorato! esclamò l'altro, io non farò niente di più di mia spontanea volontà! Ma non tralascerò nulla di quanto Iddio ha esplicitamente comandato. E l'Inviato di Dio - Iddio lo benedica e gli dia eterna salute - concluse: Quest'uomo riuscirà (oppure disse: entrerà nel giardino supremo, non ricordo bene) se è sincero!

Ramadan mubarak

Patrizia khadija Dal Monte

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